Australia.
Una terra remota, quasi sconosciuta e completamente isolata dal resto del mondo.
Una terra ostile per la sua grande maggioranza; il 90% di essa è disabitato e la sua grandezza è una volta e mezza quella dell’Europa.
Temperature che sfiorano i 50 gradi d’estate, carenza di acqua potabile, oceani infestati di squali e meduse, resi comunque ineffabili, da onde e correnti di forza ciclopica.
Una terra affascinante e pericolosa al tempo stesso.
Una terra da sogno, fantastica per un roadtrip.
La leggerezza del fermarsi dove si vuole, accendere il fuoco la sera e guardare le stelle la notte, per poi svegliarsi al mattino magari in riva all’oceano, con il rinvigorente ruggito delle onde ed il penetrante profumo di brezza marina, a ricordarci che, anche solo per quel momento, siamo LIBERI.
Un sogno che nella mia testa era impossibile da realizzare, forse.
L’unica soluzione che vedevo, per rendere questo progetto fattibile, era tramite una scelta radicale ed alquanto insensata per la maggior parte delle persone: mollare lavoro, casa epartire.
Partire per viaggio attorno ad uno dei paesi piu grandi al mondo, avrebbe richiesto anche un impegno in proporzione, del resto.
Il motivo per il quale una persona è spinta a far una cosa del genere è sempre molto personale, ma in teoria anche molto semplice.
Ho incontrato, durante il mio viaggio, persone che stavano viaggiando alla stessa maniera e che avevano suscitato in me la stessa domanda.
Alcuni in bicicletta, altri con un 4×4, altri con van, altri invece col motorino dei postini.
Perché fare il giro dell’ Australia, con un motorino?
La risposta che ho ricevuto credo che sia stata la più esaustiva e la più efficace che io avrei mai potuto immaginare: “Why not !?”, e PERCHÈ no!?
Ed è proprio con questo spirito che si deve affrontare un viaggio di queste proporzioni, in moto.
Vivere nel presente, godersi ogni istante e non pensare a nulla se non alla strada da percorrere, adattandosi costantemente al percorso ed alle necessita.
Vivere ogni istante ed assaporarne il suo gusto, rocolmo di libertà.
Sentire l’aria che penetra dal casco e carpire l’energia del territorio solo dal profumo; sentire l’aroma dei fiori selvaggi, l’odore della pioggia in arrivo ed la fresca brezza marina, quando ci si avvicina all’oceano.
Questo modo di interpretare la mia avventura, ha reso questo viaggio ancora più incredibile di quello che poteva essere già di per se, solo ammirando questo paese dalla natura mozzafiato.
Vivere nel momento.
L’unico modo in cui possiamo vivere realmente a pieno tutto quello che ci circonda.
Ho concepito questo viaggio forse un po’ come una sorta di antitesi a quello che invece stavo vivendo a Sydney.
Durante la mia vita “urbana”, era tutto un cercare di non destabilizzare la mia routine, che mi dava sicurezza e ritmo.
Era tutto un gioco di arrivare in orario ad ogni appuntamento, ed essere puntuali; la mia vita era incentrata sul cercare di non uscire dagli schemi e non perdere minuti preziosi nella mia giornata.
Il viaggio invece era tutto l’opposto. Era un vivere ogni istante, abbracciarne ogni piccolo cambiamento ed apprezzarne la sua complessità; era un perdersi in una strada sconosciuta per poi scoprire che non ci si era persi affatto. Anzi, si aveva appena scoperto un posto nuovo che mai avremmo sognato di trovare sul nostro cammino, se non avessimo perso la via.
Era capire che il senso della vita non e cercare di prevedere ogni singolo passo della nostra esistenza rispetto ad un determinato punto di essa, ma quello di adattarci a quello che succede nella nostra vita a seconda di chi siamo in quel momento.
Non avevo una destinazione fissa, ne avevo un posto dove dormire la notte.
Nessun altro programma o nessuna casa alla quale ritornare.
Sono partito da Sydney, e mi sono diretto semplicemente verso sud; la mia idea era quella di percorrere, piu o meno, tutto il continente in senso orario.
Credo che alla fine questa sia stata l’emozione più bella che m’ha regalato questo viaggio.
Il rischio di giocarsi tutto, per vivere la vita a pieno delle proprie emozioni, senza pensarci troppo, senza prendersi troppo sul serio.
L’Australia ha però dei limiti per i motociclisti. L’alba ed il tramonto sono i due momenti peggiori della giornata, ovviamente per guidare la propria moto.
Le probabilità di imbattersi in animali (canguri, wallabies, wombats, koala, cammelli, mucche, pecore, ecc) sulla strada decuplica mano a mano che ci si avvicina agli orari estremi della giornata, quando gli animali escono dalle proprie tane e vanno in cerca di cibo.
Le temperature non sono mai estremamente troppo fredde, anche d’inverno, nonostante in Tasmania io sia arrivato a toccare i -3 gradi centigradi, su qualche passo montano.
L’attrezzatura da moto dev’essere quindi relativamente leggera, o comunque sufficiente a coprire 2 stagioni.
Il mio viaggio m’ha visto percorrere 37000 km in 7 mesi, ma sicuramente me la sono presa anche un po comoda.
Difficile immaginare come possa essere un viaggio di queste proporzioni, a meno che non lo si abbia gia fatto.
Ci si ritrova spesse volte a percorrere 200-300 km in linea retta, senza alcun punto di riferimento, con orizzonti che sfiorano il nostro sguardo periferico, senza una stazione di sosta, senza benzinai, senza alberi e senza incontrare anima viva.
A volte mi sono ritrovato a percorrere 700 o 800 km in un giorno. Una volta perfino 1100.
Il livello di concentrazione dev’essere sempre molto alto per via dell’elevata presenza di animali che possono all’improvviso piombare sulla carreggiata, o per quelli che invece sono stati travolti la notte prima e sono ancora li “sdraiati e mangiucchiati” dai rapaci di turno.
Alla fine di un viaggio cosi, fare 500km in un giorno sembra quasi una passeggiata.
Molti dicono che la moto non sia il veicolo migliore per girare l’Australia, per via delle lunghe strade desolate, i deserti interminabili e le temperature non troppo ideali.
A mio parere invece, il deserto ha invece qualcosa di magico.
Il silenzio e la cosa piu incredibile che si possa provare in un posto cosi; la sensazione di pace di essere completamente immersi nella natura piu sconfinata, e decisamente spiazzante.
Accampare la notte ed ammirare il cielo piu stellato che possiate vedere in vita vostra.
Qualcosa di totalmente unico che solo in Australia sono stato in grado di assaporare, forse per via delle sue dimensioni uniche.
Un’esperienza unica che ancora oggi ricordo con grande emozione.
Nato a Oggiono (LC) nel 1980 e cresciuto nella Brianza, la mia vita ha avuto una svolta radicale solo nel 2004, dopo essere emigrato all’estero ed aver conseguito una laurea in ingegneria informatica.
Nel 2005 mi sono trasferito a Los Angeles e nel 2008 a Bangkok; nel 2010 invece ho cambiato residenza in maniera definitiva, scegliendo Sydney come base.
Nel 2015 ho comprato la moto, ho mollato casa e lavoro, ed ho iniziato a girare tutta l’Australia; nel 2016 ho spedito la moto in Sud America ed ho cominciato ad esplorare tutto il nuovo continente e successivamente anche l’Europa.
Dopo aver macinato quasi 170000 km, nel luglio 2019 ho raggiunto l’Italia con la mia compagna di viaggio, chiamata Bronte, una KTM 1190 Adventure del 2013.
Ora, dopo quasi 5 anni di avventure, mi ritrovo a girare il mondo, in sella alla mia moto, come nomade digitale.